IL PALIO DEI SOMARI
La manifestazione è nata nell’anno 1966 per iniziativa di un gruppo di Torritesi d.o.c.g. che volevano creare una festa popolare che coinvolgesse tutto il paese. Questa festa doveva esaltare le ricchezze della comunità e quelle del lavoro e delle sue componenti: la fatica e la semplicità. Così decisero di dedicare la festa in onore di San Giuseppe, perché protettore dei falegnami (dato che a Torrita di Siena la lavorazione del legno è un’attività molto diffusa) e fu scelto il somaro, quale simbolo di infaticabile e umile animale.
Il primo palio fu corso il 19 marzo 1966 da quattro contrade, in rappresentanza delle quattro porte cittadine: Porta Nova, Porta a Gavina, Porta a Pago e Porta a Sole. Questo primo Palio, si svolse diversamente da come si volge adesso, in quanto durante questa edizione, i somari, montati da fantini, venivano mandati allo sbaraglio nel “Gioco” e vinceva chi per primo riusciva a sfondare ed oltrepassare un muro di carta disegnato. La storia narra, che alla fine della serata, nessuno somaro volle oltrepassare il muro posto davanti, così un paesano, stanco di attendere, decise di propria iniziativa di sfondarlo. La prima contrada che oltrepassò il muro fu la contrada di Porta a Sole e, nell’occasione, ricevette come premio una bandierina disegnata.
Considerato l’entusiasmo con il quale venne accolta l’iniziativa, il Comitato Sagra San Giuseppe pensò bene di allargare, l’anno successivo, il numero delle contrade per estendere la partecipazione anche alle zone a valle del paese così furono annesse alla manifestazione anche le contrade del Cavone, Le Fonti, Stazione e Refenero.
Nel secondo anno di Palio, nel 1967, ogni contrada venne addobbata con bandiere dei propri colori e stemmi e si assistette alla presentazione delle prime comparse, anche se ancora molto semplici nei loro costumi. Per vincere, non si doveva più sfondare un muro di carta, ma si doveva correre nella pista ricreata nella piazza, detta “Gioco”, che venne recintato con staccionate in legno e corde, in modo da avere una pista adatta alle esigenze della corsa. Questo Palio, il primo conteggiato nell’albo d’oro della manifestazione, fu vinto dalla Porta a Gavina, col fantino Roberto Terrosi detto Miccino.
Da quegli anni, il Palio è cresciuto molto, le contrade si sono arricchite di comparse, al punto in cui oggi possiamo assistere, ad un corteo storico con oltre 200 figuranti tutti rigorosamente vestiti con abiti ambientati nella metà del XV° secolo.
La festa si celebra il 19 marzo (se domenica) di ogni anno o la prima domenica successiva a tale data e la corsa è preceduta, da una settimana ricca di appuntamenti tutti con caratteristiche medievali. La domenica mattina della festa, tutte ed otto le contrade fanno il loro ingresso nella piazza Matteotti dalle quattro porte del paese e dopo la Santa Messa nella chiesa di S.S. Flora e Lucilla, si esibiscono in numeri collettivi mostrando l’abilità e la maestria degli sbandieratori e tamburini. Infine, quando tutte le esibizioni sono terminate, si forma un corteo che si snoda lungo i vicoli del centro storico, che ha termine all’interno del “Gioco”. Nel pomeriggio, dopo il ritrovo in Piazza Matteotti, si riforma il Corteo che precede la corsa, il quale si dirige nuovamente verso il “Gioco”, accompagnando nell’occasione, il Fantino che correrà per ciascuna contrada. Prima della corsa gli otto somari vengono abbinati, a sorte, alle contrade, che disputeranno quattro batterie eliminatorie, ciascuna di tre giri, ed una di recupero a cui partecipano le quattro contrade sconfitte. Dopo la batteria di recupero, si potrà assistere all’assegnazione del premio alle migliori coppie di sbandieratori e tamburini, in attesa della finale che si disputerà tra le quattro contrade vincitrici delle batterie più la vincitrice della batteria di recupero. La finale verrà corsa su quattro giri di pista. Sulla pista i somari sono i veri protagonisti, offrendo uno spettacolo del tutto particolare: si arrestano all’improvviso per riprendere poi la corsa di gran carriera, facendo magari cadere il fantino, oppure percorrono la pista in senso con trario. La contrada vincitrice avrà come premio il Palio, un drappo dipinto, avente come immagini obbligatorie le figure di San Giuseppe, del Somaro e la data della manifestazione, che verrà portato nella sede di contrada per i festeggiamenti fino a notte inoltrata